L’inserimento di un animale in un contesto in cui siano presenti già altri animali, è una situazione da affrontare con consapevolezza e competenza, ma anche con serenità!

Diamo uno sguardo, allora, alle tre situazioni più comuni che possono venirsi a creare, e cioè l’inserimento di:

gatto con gatto

gatto con cane

gatto con neonato

[ Queste sono indicazioni generali. Ogni situazione è unica e va valutata in base al contesto specifico. Se avete dubbi sulla vostra situazione particolare, non esitate a contattare un esperto del settore che possa aiutarvi! ]

Gatto con Gatto

Nel momento in cui si decide di adottare un secondo gatto, è fondamentale prima valutare se il gatto già presente in casa si trova nelle condizioni psico-fisiche adatte per apprezzare la convivenza con un suo simile, e se ci sono le condizioni ambientali adatte (sufficiente spazio, sufficienti risorse); molto spesso, è l’essere umano a convincersi che il proprio gatto ha bisogno di compagnia e quindi ha bisogno di un altro gatto, qando magari in realtà il vero bisogno di quell’animale è una maggiore interazione ed una migliore relazione con l’essere umano stesso. Bisogna, quindi, cercare di essere obiettivi, empatici, consapevoli per valutare quale sia la scelta migliore per il benessere del gatto residente, dell’umano, e dell’eventuale nuovo gatto da adottare.

Abbiamo attentamente valutato la situazione e la decisione è per il sì: arriva il nuovo gatto in casa! Cosa fare?

  • preparare una stanza da dedicare esclusivamente al nuovo arrivato: dovranno esserci cibo, acqua, lettiera (rigorosamente lontana da acqua e cibo!), tiragraffi, zone appartate in cui il gatto possa nascondersi se vuole (scatole di cartone, cucce, ecc.)
  • se è possibile, tenere nella stanza del nuovo arrivato un oggetto con l’odore del luogo da cui proviene (coperta, cuccia, trasportino, ecc.): questo serve a dargli un punto di riferimento conosciuto in un ambiente completamente nuovo che sicuramente, all’inizio, gli creerà disorientamento e stress.
  • NON far entrare nella stanza tutta la famiglia per fargli conoscere il nuovo gattino! Ricordiamoci che in quel momento il gatto si trova in una forte condizione di stress, dobbiamo rispettare i suoi spazi e i suoi tempi. Ci sarà modo, più avanti, di fare tutte le presentazioni del caso, una volta che la situazione sarà più stabile e confortevole per gli animali.
  • NON portare il gatto residente a conoscere il nuovo arrivato: questo è uno degli errori peggiori che si possano fare, i gatti hanno bisogno di imparare gradualmente a conoscersi, un impatto così diretto risulta, nella quasi totalità dei casi, in un pessimo primo incontro che potrebbe segnare molto negativamente la futura relazione tra gli animali in questione.
  • nei primi giorni, lasciare che il gatto residente cominci ad abituarsi all’odore del nuovo arrivato: lasciamolo annusare da sotto la porta, mettiamo un oggetto con l’odore del nuovo arrivato in giro per casa (preferibilmente lontano dal cibo), cominciamo a mettere una seconda lettiera vicino a quella già esistente in cui possiamo mettere un piccola quantità di sabbietta usata dal nuovo gatto (NON le feci, solo sabbietta!). E’ perfettamente normale che il gatto residente emetta soffi o ringhi in direzione della porta dietro cui si trova il nuovo gatto, NON bisogna sgridarlo! E’ molto utile cominciare a dare del buon cibo in prossimità della porta contemporaneamente sia al gatto residente che al nuovo arrivato, così da creare un’associazione positiva tra l’odore e la presenza di entrambi e la sensazione piacevole di mangiare una prelibatezza.
  • nel momento in cui si decide di aprire la porta e farli incontrare, è indispensabile fare un passo indietro: noi umani abbiamo la tendenza a voler intervenire e ad avere il controllo in ogni situazione, ma in questo caso è veramente necessario lasciare che la natura faccia il suo corso. I gatti comunicheranno tra di loro spontaneamente, e altrettanto spontaneamente troveranno il modo di gestire quella situazione nuova. Tutto quello che possiamo, e dobbiamo, fare è avere uno stato d’animo sereno e positivo, essere un punto di riferimento sicuro per i nostri conviventi animali e garantire loro tutto lo spazio ed il tempo necessari per esprimersi liberamente.

 

Gatto con Cane

Si usa dire “come cane e gatto” per intendere due persone che non si sopportano a vicenda, ma in realtà la convivenza tra cane e gatto non solo è possibile, ma è anche estremamente comune e molto più serena di quello che si creda. Esistono, però, delle ovvie differenze di specie che, in alcune situazioni, possono creare dei momenti di incomprensione tra questi due animali; vediamo, dunque, alcuni consigli:

  • per l’inserimento di un gatto in una casa in cui è già presente un cane, valgono gli stessi consigli indicati nell’inserimento gatto con gatto.
  • la prima volta in cui si decide di farli incontrare, è importante che il cane indossi la pettorina, così che sia facilmente “arginabile” nel caso in cui l’emozione prenda il sopravvento e diventi troppo irruento nei confronti del gatto.
  • è indispensabile che il gatto abbia la possibilità di raggiungere facilmente postazioni sopraelevate: questo gli darà la possibilità di allontanarsi dal cane quando ne sente la necessità, senza correre il pericolo di andarsi ad infilare in chissà quali nascondigli in casa con il rischio di ritrovarsi comunque messo all’angolo dal cane e quindi reagire aggressivamente per paura o rimanere infortunato.
  • è importante mantenere uno stato d’animo tranquillo e sereno, cercando di non sovraeccitare il cane (il classico errore è: “guarda chi c’è? hai visto che c’è il gattino? ti piace il gattino?!” detto con la voce alterata. Questo induce il cane ad eccitarsi per la novità ancora più di quanto non lo sia già, perdendo quindi le sue capacità di autocontrollo e associando il gatto a qualcosa di molto simile ad un pupazzo con cui giocare).
  • MAI sgridare il cane o il gatto. Anche nel caso in cui ci sia una reazione eccessiva da parte di uno dei due, non bisogna mai aggiungere tensione alla tensione: bisogna mantenere un atteggiamento tranquillo e sicuro, intervenendo, solo se necessario, con molta calma e decisione. Se la situazione prende una brutta piega, l’unico intervento utile è separare i due animali attirando il cane in una direzione e il gatto in un’altra e lasciandoli poi separati per un po’. Nel momento in cui si separano, è importante proporre al cane un’attività alternativa, preferibilmente un’attività di ricerca olfattiva che lo aiuti ad abbassare il livello di eccitazione ed aumentare quello di concentrazione. Al gatto, invece, bisogna lasciare la possibilità di ritirarsi dove si sente più sicuro, senza cercare di toccarlo, accarezzarlo, prenderlo in braccio; sarà lui a farci capire se ha bisogno di interagire con noi oppure preferisce un po’ di tranquillità.
  • la condizione ideale sarebbe quella in cui gli animali avessero la possibilità di interagire liberamente all’aperto, senza alcun intervento da parte dell’uomo, semplicemente seguendo il corso naturale ed istintivo dei rituali di socializzazione tipici delle due specie.
  • MAI tenere il gatto nel trasportino o in braccio per farlo annusare dal cane: è una pratica totalmente irrispettosa delle esigenze degli animali, che mette in una condizione di fortissimo stress il gatto e di fortissima frustrazione il cane.

 

Gatto con Neonato

L’evento più lieto di tutti, l’arrivo di un bambino! Come gestire questo evento per creare fin da subito un clima sereno e non stressante per tutti, umani e gatti di casa?

Prima di tutto chiariamoci eventuali dubbi sulla possibile trasmissione di Toxoplasmosi dal gatto alla mamma incinta: leggere l’articolo Gatti e Toxoplasmosi

Vediamo, poi, come gestire l’inserimento del neonato nel momento in cui si torna a casa dall’ospedale:

  • prima di tutto, l’inserimento comincia già da prima che mamma e bambino tornino a casa. E’ importante che una persona di famiglia riporti a casa un oggetto con l’odore del bambino (un indumento usato, una copertina, ecc.) e lo posizioni in quella che sarà la cullina del bambino, dando la possibilità al gatto di casa di annusare liberamente quel nuovo oggetto. Può succedere che il gatto ci faccia sopra un po’ di pipì, è un comportamento del tutto normale e non bisogna assolutamente sgridare il gatto. Pulire accuratamente, rassicurare il gatto con voce calma e positiva, riposizionare un oggetto con l’odore del bambino nella culla.
  • può essere molto utile sfruttare un momento di tenerezza spontaneo tra il gatto e un familiare (ad esempio, la sera sul divano a guardare la tv) per tenersi addosso un oggetto con l’odore del bambino mentre si fanno le coccole al gatto.
  • un errore comune è quello di chiudere il gatto fuori dalla stanza del bambino: in questo modo si contribuisce a rendere il bambino una presenza ancora più strana e minacciosa, una creatura che all’improvviso ha privato il gatto di una parte del suo territorio e delle sue risorse, creando le basi per un pessimo inizio di relazione tra il bambino e l’animale. Inoltre, in questo modo si priva il bambino della possibilità di vivere fin da subito la presenza del gatto come un aspetto del tutto naturale e familiare della sua esistenza, mettendolo nella condizione di dover imparare successivamente ad interagire nel modo corretto con il gatto, vedendolo sempre come un elemento “esterno” al nucleo familiare.
  • il gatto non costituisce un pericolo per il bambino. Ovviamente, deve esserci sempre la supervisione di un adulto per garantire la sicurezza sia del bambino che dell’animale, ma la realtà è che in natura le relazioni affettive tra animali di specie diverse, soprattutto se iniziate da cuccioli, sono perfettamente naturali e spontanee e seguono il loro corso senza alcun bisogno di ragionamenti tipicamente umani. Lasciate che il gatto e il bambino dormano serenamente vicini, lasciate che interagiscano e si scoprano a vicenda, non modificate le abitudini con il vostro gatto per paura che danneggino il bambino, ma anzi includete il bambino nelle vostre attività di condivisione con il gatto.
  • il ruolo dei genitori, in questa situazione di convivenza tra specie, è quello di insegnare gradualmente ai propri figli come conoscere e rispettare le caratteristiche tipiche dell’animale con cui convivono, e al tempo stesso aiutare l’animale a trovare il suo spazio e il suo tempo per creare la giusta relazione con il nuovo piccolo umano.

 

FISAP CAB Roberta Roscini
ICAN Feline Behaviourist (Consultant)

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